Diagnosi precoce con strumenti ad alta definizione
Stadizione e trattamento
Il tumore dell’esofago è raro: si situa all’ottavo posto nella classifica mondiale dopo altri più frequenti (seno, colon, prostata) ma in questi ultimi anni sta avendo nei paesi occidentali un rapido aumento di incidenza (+500% rispetto agli anni 70).
In Italia il tasso di incidenza annuo è di circa 4 casi su 100.000.
È una forma di cancro molto aggressiva con mortalità abbastanza elevata.
I fattori di rischio sono molteplici: consumo di alcool e tabacco, fattori genetici (sesso maschile), l’età (max tra 70 e 80 anni d’età), fattori infiammatori, (reflusso gastro-esofageo), esofago di Barrett (rischio aumentato di 40-200 x).
Si associa inoltre ad altre patologie pregresse o concomitanti: tumori testa collo anche se guariti, ingestione di caustici, radioterapia, acalasia, papilloma esofageo.
Negli ultimi anni si è visto che anche l’obesità e quindi la dieta possono avere un ruolo importante: il mancato controllo del peso, una dieta povera di frutta e verdura e un ridotto apporto di vitamina A e di alcuni metalli come zinco e molibdeno, il consumo eccessivo di carni rosse (+3 porzioni a settimana) e prodotti a base di cereali raffinati (ad ogni pasto) sono fattori di rischio importanti per sviluppare displasia e quindi, indirettamente, cancro.
Al contrario il consumo quotidiano di prodotti a base di cereali integrali sembra avere un effetto protettivo.
Purtroppo i sintomi (disfagia, difficoltà ad alimentarsi) compaiono quando la malattia è avanzata e le possibilità di cura sono scarse. Per tale motivo dobbiamo cercare di riconoscerlo in fase iniziale, quando è ancora proponibile una terapia efficace con possibilità di guarigione vicine al 100%, magari con sola terapia endoscopica.
La diagnosi precoce si fa solo con un esame endoscopico, ma gli strumenti devono essere adeguati, ad alta definizione, ed il medico esperto di questa patologia.
Se la neoplasia non è penetrata nella parete esofagea è possibile con un delicato intervento endoscopico asportare il sottile strato mucoso dove si è formato il tumore, (mucosectomia endoscopica), altrimenti è necessario asportare l’esofago e sostituirlo un altro tratto intestinale (stomaco o colon).
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